Glossario

Glossario

Vai alla Bibliografia

MANU

 
(San.) - Il grande legislatore Indiano. Il nome deriva dalla radice sanscrita man, "pensare" - l'umanità in realtà, ma sta per Swayambhuva, il primo dei Manu, che cominciarono con Swayambhu, l'"auto-esistente", quindi il Logos ed il progenitore dell'umanità. Il Grande Reggente dei Guardiani di un sistema planetario. Nei miti Brahmanici è l'equivalente di Adamo biblico. È il prototipo della razza umana "pensante", uno dei 14 creatori secondari e progenitori degli uomini. Nella mitologia indù è il Demiurgo, un Essere Divino, progenitore degli uomini, ed anche il primo grande Legislatore. A lui è attribuita la suddivisione degli uomini in caste. Il così detto codice di leggi che porta il suo nome (Le Ordinanze di Manu) è l'opera più autorevole e prestigiosa fra i testi che trattano del dharma, ossia dei diritti e dei doveri dell'uomo, in tutte le branche della sua attività. L'epoca di composizione del testo , che conserva brani molto antichi, è a cavallo dell'inizio dell'era volgare: II secolo a.C., II secolo d.C. Esso godeva larga fama già nel IV secolo d.C. e fu successivamente e ripetutamente commentato. Più che di un codice vero e proprio, si tratta di una raccolta di principi generali cui deve ispirarsi la società e sostiene chiaramente i privilegi della casta brahmanica, alla quale è riservata l'interpretazione autentica della tradizione. Sono in tutto 12 libri in versi, ciascuno dei quali tratta un particolare argomento. Per quanto concerne il collegamento fra i Manu e l'umanità, all'inizio di ognuna delle sette Ronde, od Onde di vita, di una Manifestazione, per ognuna delle sette Razze radice e per ognuna delle sette Sottorazze, vi è un Manu di quella umanità, che ne è il Progenitore. Considerando che noi viviamo nella Quarta Ronda, Quinta Razza radice, Quinta Sottorazza (4x7=28+5=33), dobbiamo considerarci sotto il 33^ Manu, numero che, per alcuni casualmente, rappresenta l'età di Gesù al momento della crocifissione. Ogni Razza ed ogni Sottorazza ha un Manu Radice che apre la sua umanità come Progenitore, ed un Manu Seme che chiude il periodo, raccoglie il karma e lo riporta alla sottorazza successiva. Manu procede da Mahat, come il pensiero procede dalla mente. I Purana raccontano che la stirpe dei Manu è stata generata da Vaivasvata Manu, figlio di Surya, il Sole, il Salvatore della nostra razza. Manvantara è equivalente a Manu-antara e significa periodo di tempo fa due Manu. Un giorno di Brahma comprende sette Ronde, ogni Ronda ha sette Razze, ogni Razza sette Sottorazze, pertanto ogni Ronda ha 49 Manu ed un Giorno di Brahma 343 Manu. Ma 343 è un numero dai mille significati. 3+4+3 sono i Regni della Natura, 343 è la durata di un anno lunare (8 mesi di 28 giorni + 4 mesi di 29), e 343 è il raggio reale del sistema indù di quadratura del cerchio. Poiché il cerchio è il simbolo primo della manifestazione ed il quadrato il simbolo della caduta nella materia, esiste un rapporto fra l'astronomia e l'umanità ? Nei Vishnu Purana si dice che il regno di un Manu dura 71 periodi di 4 età; ciò corrisponde ad un Mahayuga, ovvero 4.320.000 anni solari. La suddivisione settenaria dei Manu e delle umanità (che poi sono la stessa cosa, risponde all'unità fondamentale dei grandi periodi che è la settimana (Sette Manu) composta di sette giorni. I sette Rishi ed i 14 Manu dei sette Manvantara, usciti dalla mente di Brahma, sono i Figli nati dalla Mente, quelli con cui ha inizio l'umanità divisa in Razze, l'uomo Celeste, il Logos, ecc. L'Uomo Celeste è Adamo Kadmon, la sintesi dei Sephiroti, come Manu Svayambhuva è la sintesi dei Prajapati. Nell'allegoria Vaivasvata Manu, il nostro Progenitore, è un Uomo Deva che salva nell'Arca (il principio femminile) i germi dell'umanità ed anche i sette Rishi che qui stanno come simboli dei sette principi umani. Nel Rig Veda, Manu è considerato come colui che istituì ed insegnò il sacrificio ed ogni altra cerimonia religiosa, Questo nome, poi, è stato applicato ai progenitori e sovrani della Terra, che la governano per un lungo periodo. Il primo Manu è Svayambhuva, l'Autoesistente, l'Autogenerato, Creatore secondario dopo Brahma. Sembrerebbe che a questo Manu sia attribuito il famoso codice di leggi

PANCHANANA

 
(San.) - "Dalle cinque facce", un appellativo di Shiva; un'allusione alle cinque razze (fin dall'inizio della prima) che egli rappresenta come Kumara che si reincarna sempre durante il Manvantara. Nella sesta razza-radice, sarà chiamato "colui dalle sei facce".

RATNAVABHASA KALPA

 
(San.) - L'epoca in cui ogni differenza sessuale avrà cessato di esistere, e la nascita avverrà secondo il modo Anupadaka, come era nella seconda e nella terza Razza-radice. La filosofia esoterica insegna che questo avrà luogo alla fine della sesta e durante la settima ed ultima Razza-radice, in questa Ronda.

SAMANTA BHADRA

 
(San.) - Letteralmente, "Saggio Universale". Il nome di uno dei quattro Bodhisattva della Scuola Yogacharya del Mahayana (il Grande Veicolo) di Saggezza di quel sistema. Ci sono quattro Bodhisattva terrestri e tre celesti: solo i primi quattro agiscono nelle razze attuali, ma alla metà della quinta Razza-radice comparve il quinto Bodhisattva che, secondo una leggenda esoterica, era Gautama Buddha, il quale, però, essendo comparso troppo presto, dovette scomparire corporalmente dal mondo per un certo periodo.

MISTERI

 
- I teletai greci, o compimenti, celebrazioni della iniziazione, o Misteri. Erano riti, generalmente tenuti segreti al profano ed al non iniziato, durante i quali venivano insegnati, con rappresentazioni drammatiche ed altri metodi, l'origine delle cose, la natura dello spirito umano, la sua relazione con il corpo, il metodo della sua purificazione e della sua reintegrazione alla vita superiore. La scienza fisica, la medicina, le leggi della musica, della divinazione, erano tutte insegnate alla stessa maniera. Il giuramento di Ippocrate altro non era che un obbligo mistico. Ippocrate era un sacerdote di Asclepio, di cui modificò alcuni scritti onde poterli rendere pubblici. Gli Asclepiadi erano iniziati al culto del serpente Esculapio come le Baccanti lo erano a quello di Dioniso; alla fine, entrambi i riti vennero incorporati nei Misteri di Eleusi. I Misteri Sacri erano rappresentati negli antichi Templi dagli Ierofanti iniziati per il profitto e l'istruzione dei candidati. I Misteri più solenni ed occulti erano certamente quelli che venivano rappresentati in Egitto dalla "banda dei guardiani segreti", come Mr. Bonwick chiama gli Ierofanti. Maurice descrive la loro natura con poche righe molto incisive. Parlando dei Misteri rappresentati a Philae (l'isola del Nilo), dice che "era in queste oscure caverne che i grandi e mistici arcani della dea (Iside) venivano svelati allo aspirante in adorazione, mentre il solenne inno dell'Iniziazione risuonava attraverso la grande estensione di questi recessi di pietra". La parola "misteri" è derivata dal greco muo, "chiudere la bocca", ed ogni simbolo connesso con essi aveva un significato nascosto. Come affermano Platone e molti altri saggi dell'antichità, i Misteri erano altamente religiosi, morali e benefici in quanto erano una scuola di etica. I misteri Greci, quelli di Cerere e di Bacco, erano solo imitazioni di quelli Egiziani; e lo autore di Egyptian Belief and Modern Thought ci informa che la nostra "parola cappella o chapel deriva da Caph-El, o il collegio di El, la divinità Solare". I ben noti Kabiri sono collegati ai Misteri. In breve, in ogni paese i Misteri erano una serie di rappresentazioni drammatiche, nelle quali i segreti della cosmogonia e della natura, in generale, erano personificati dai sacerdoti e dai neofiti che rappresentavano la parte dei vari dei e dee, ripetendo scene immaginarie (allegoriche) delle loro rispettive vite. Queste erano spiegate al candidato all'iniziazione nel loro significato nascosto, ed incorporate nelle dottrine filosofiche. I misteri erano formazioni religiose particolari, diverse dalla religione pubblica, sia come partecipazione che come culto. Il loro patrimonio sacrale era destinato alla fruizione del singolo individuo. Se ne conoscono moltissimi, per la maggior parte con aree etniche ben delimitate. Ne citiamo alcuni : gli Eleusini di Demetra e Cora, dei Cabiri a Samotracia, di Agre in Attica, di Andania in Messenia, di Licosura in Arcadia, di Zeus Ideo a Creta di Ecate ad Egina, di Dioniso in varie località della Grecia, sfociati poi nell'Orfismo, di Attis in Frigia, di Mitra in Persia di Iside ed Osiride in Egitto, e molti altri minori. Fra i vari misteri si possono ritrovare interessanti analogie. Innanzitutto il segreto iniziatico che vincola l'iniziato al silenzio, la cui trasgressione poteva portare anche a morte. Le fasi preliminari di purificazione cui l'iniziando doveva sottostare prima della cerimonia vera e propria. L'iniziazione per gradi, con accesso allo stadio superiore solo dopo aver superato quello precedente. Il riferimento costante all'agricoltura, con il parallelismo con le vicende naturali di morte e rinnovamento. L'impiego di un pronunciato simbolismo sessuale, l'uso di maschere e travestimenti, l'esecuzione di danze e pantomine. Nel quadro d'insieme, i culti misterici del mondo antico, soprattutto in età ellenistico-romana, si presentano come formazioni soteriologiche ispirate da un concetto di "salvezza" analogo a quello proprio delle grandi religioni e della mistica tradizionale, sia orientale che occidentale; essi avevano la tendenza a trovare il contatto con l'assoluto, al di fuori ed al di sopra della realtà mondana e naturale. Nella teologia cattolica, il mistero è una verità soprannaturale che non può essere conosciuta mediante le forze della intelligenza umana o creata, la cui esistenza è tuttavia comunicata all'uomo per mezzo della rivelazione divina e proposta da credersi come oggetto di fede. La credibilità del mistero si fonda sull'autorità di Dio rivelante. Cosa dice la Teosofia sui Misteri ? Lasciamo la parola ad H.P.B. che, nel VII volume della Dottrina Segreta (Edizione della Società Teosofica Italiana), dedica ad essi la Sezione XXVIII. I Misteri furono impartiti agli Eletti della Quarta Razza Radice. Nelle Opere Segrete, la loro istituzione è attribuita ai Re iniziati delle dinastie divine. Quando l'umanità cadde nelle esagerazioni e nelle superstizioni, fu necessario limitare "coloro che sapevano", ed allora nacque l'Iniziazione. Ogni paese provvide ad un sistema religioso proprio, secondo la sua illuminazione e le sue necessità. Furono creati dei veli attorno alle verità in modo da proteggerle da sguardi indiscreti, e ciò condusse ai Misteri. A protezione della ristretta cerchia degli iniziati che operava all'interno dei santuari, si permetteva che al di fuori crescesse e proliferasse una marea di culti exoterici. L'osservazione logica e scientifica della Natura era la sola che poteva portare l'uomo alla conoscenza delle verità eterne, poiché le meraviglie dello Spirito di Verità, Divinità sempre celata ed inaccessibile, possono essere decifrate ed assimilate solo attraverso le sue manifestazioni, condotte dagli Dei secondari, le sue Forze Agenti. La molteplice azione della Causa Una può essere scorta solo attraverso i suoi effetti nella Natura. Quando sacerdoti senza scrupolo pretesero di sfruttare la credulità delle masse, la conoscenza delle verità primordiali rimase interamente nelle mani degli Iniziati. Più tardi gli Iniziati trasmisero la loro conoscenza ai Re umani, che erano in grado non solo di amministrare i loro sudditi ma anche di assisterli, guarirli, aiutarli. La medicina fu uno dei primi aspetti visibili dei poteri di questi Iniziati e pervenne all'Occidente attraverso i Re di Egitto mediante i geroglifici, registrazioni permanenti per conservare e commemorare i loro segreti. L'Iniziazione era la Scienza delle Scienze : esteriormente era una scuola nella quale si insegnavano tutte le arti mentre all'interno si davano le prove pratiche che permettevano di catturare i segreti dei fenomeni cosmici. Questi nobili precetti si trasmisero poi dappertutto, sempre in un ambito limitato riservato a possenti geni, i cui nomi sono ancor oggi ritenuti vanto dell'intera umanità. Il resto è storia molto vicina a noi anche se ancora quasi del tutto sconosciuta. Negli antichi Misteri non si andava per apprendere, ma per raggiungere, attraverso una impressione profonda, una esperienza sacra. Gli antichi, nel loro Kiriale, avevano sette Dei principali dei Misteri, il cui capo era exotericamente il Sole visibile, l'ottavo Dio, mentre esotericamente era il Secondo Logos. Questi Dei erano i Reggenti dei sette pianeti principali ed erano collegati con i segni zodiacali. Nel Rig Veda, Soma è il Dio dei Misteri e presiede alla natura mistica ed occulta sia dell'uomo che dell'universo. Nel Libro dei Morti egizio, i due occhi che si trovano al di sopra del serpente sono gli occhi di Ammon, il celato "dio del mistero". I Misteri, durante le loro procedure, usavano un linguaggio simbolico.

MAHAT

 
(San.) - Letteralmente, "Il Grande", un termine della filosofia indù equivalente alla Intelligenza Divina, o Mente Cosmica. Nella Dottrina Segreta è l'aggregato delle intelligenze divina e spirituale del nostro cosmo. Esso è il primo principio dell'Intelligenza e della Coscienza Universali. Nella filosofia Puranica, il primo prodotto della natura-radice, o Pradhana (lo stesso che Mulaprakriti); il produttore di Manas il principio pensante, e di Ahankara, l'egotismo o il sentimento di "Io sono Io" (nel Manas inferiore). Mahat è il Terzo Logos, l'Intelligenza Cosmica, l'Ideazione Cosmica, l'Anima Universale del Mondo, il Noumeno Cosmico della Materia, la base delle operazioni intelligenti della Natura, il Maha Buddhi. È il primogenito di Jnana (o Gnosi), la Conoscenza, la Sapienza, il fantasma riflesso di Parabrahman, l'Assoluto Nirguna, l'Unica Realtà. Mahat è il Pensiero di Dio, la Conoscenza Universale, durante la Creazione primaria (Mahat-Tattva). Quando Mahat si trasforma nel Manas umano, diventa lo stato di Aham, Io sono, l'Egoismo. Nella Seconda Creazione (Mahat-Bhuta), Mahat diventa la sensazione di Sè, Ahamkara. Da Mahat emanano i Figli della Luce, poi i Dhyan Chohan, i Dhyani Buddha, i Bodhisattva, ecc. Mahat nell'uomo è la Mente, il Manas. Esso è il primo prodotto di Pradhana, la Materia primordiale, ed anche il primo aspetto cosmico di Parabrahman. Il Mahat collettivo (possibile riferimento a Jung) è la Mente Divina Universale. La saggezza umana è il riflesso di Mahat. I figli di Mahat sono gli attivatori della Pianta umana, la scintilla che vivifica l'animale umano. Essi sono i Divini Ribelli che, saltando i mondi intermedi, hanno dato all'uomo il pensiero autocosciente che, liberandolo dall'immobilità del puro spirito, ne hanno fatto un Dio, in potenza, nel bene e nel male. I Ribelli sono i nostri salvatori, sono gli avversari degli Dei che, incarnandosi negli uomini ancora senza intelligenza della Terza Razza, li resero coscientemente immortali. Essi rappresentano il Logos duale, il contrastante principio bifronte dello uomo. Satana, il Drago Rosso, il Signore del Fosforo, Lucifero, sono tutti nomi che stanno ad indicare la nostra mente, il nostro Redentore e Tentatore, l'intelligente Liberatore e Salvatore dalla pura animalità. E questo principio è un'emanazione di Mahat. L'indù Indra corrisponde al principio cosmico di Mahat, a Manas, nel suo duplice aspetto che si volge da un lato a Buddhi e dall'altro a Kama. Come Mahat, l'Intelligenza universale è la prima nata; ma essa si manifesta anche come Vishnu e poi, quando cade nella Materia, sviluppa l'autocoscienza e diventa egoismo. Allo stesso modo Manas è di natura duale, è soggetto al Sole ed alla Luna, ovvero alla Ragione ed alla Mente. Ragione e Mente sono le divinità degli organi umani, diceva Shankaracharya. L'Intelligenza, Buddhi, è il sesto principio umano, ma anche il settimo senso, che diventa l'Albero il cui frutto (l'emancipazione) distrugge l'Albero Ashvatta, simbolo della vita e dei suoi piaceri illusori.

LIBRO DI ENOCH

 
(Eb.) - Antico testo trovato in Abissinia da Bruce e Ruppel che qualche anno dopo lo portarono in Europa. Qui fu tradotto in inglese dal vescovo Lawrence, nel 1883. Il suo contenuto è estremamente interessante, e gran parte di esso è stata ricopiata nell'Apocalisse e nel IV Vangelo. Si presenta come un manuale di iniziazione che esprime in termini allegorici e prudenti il programma di certi Misteri arcaici, compiuti nei Templi interni. Le "visioni" di Enoch si riferiscono alle sue esperienze iniziatiche, apprese nei misteri. Ma vi si trovano anche altri argomentazioni quali, ad esempio, la durata dell'anno solare in 364 giorni, con correzioni ogni tre, cinque ed otto anni. Esotericamente lo si può assumere come un compendio per grandi linee della storia della Terza, Quarta e Quinta Razza Radice. Gran parte degli eventi che si raccontano nel libro sono storici; ad essi si aggiunge qualche tocco di teogonia. Il libro è citato nello Zohar, nella Pistis Sophia, ed era tenuto in grande considerazione da Origene.

JEHOVAH

 
(Eb.) - L'Ebraico "nome della divinità" J'hovah è composto di due parole, cioè di Jah (y, i, j, Yodh, la decima lettera dell'alfabeto), e di hovah (Havah, o Eva)", dice un'autorità della Cabala, Mr. J.Ralston Skinner di Cincinnati, USA. Ed ancora: "La parola Jehovah, o Jah-Eve, ha il significato primario di 'esistenza' o essere maschio-femmina". Cabalisticamente ha solo quest'ultimo significato, e nient'altro; com'è stato più volte dimostrato, il significato è totalmente fallico. Così, nel versetto 26 del IV capitolo della Genesi, nella sua traduzione deformata, si legge " ... allora gli uomini cominciarono ad invocare il nome del Signore ...", mentre, correttamente, si dovrebbe leggere " ... allora gli uomini cominciarono a chiamare se stessi con il nome di Jah-hovah", o maschi e femmine, cioè come erano diventati dopo la separazione dei sessi. Difatti ciò è scritto nello stesso capitolo, quando Caino (il maschio, Jah) insorse contro Abele (sua sorella e non) suo fratello e lo uccise" (versò il suo sangue, nel testo originale). Il capitolo IV della Genesi contiene in verità il racconto allegorico di quel periodo dell'evoluzione antropologica e fisiologica che è descritto nella Dottrina Segreta, quando tratta della terza razza-Radice della umanità (la Lemuriana). Esso è seguito dal V capitolo che serve da velo; ma dovrebbe essere seguito dal VI capitolo dove viene detto che i Figli di Dio presero come spose le figlie degli uomini e dei giganti. Questa allegoria, infatti, allude al mistero degli Ego divini che si incarnano nell'umanità, dopo di che le razze fino ad allora senza sesso "diventarono uomini potenti . uomini di fama" (v. 4), avendo acquisito le menti (Manas) che prima non avevano. Jehovah è l'uomo primordiale, maschio-femmina, uno degli Elohim, i Sette Spiriti Creatori Dei, uno dei Sephirot inferiori. Simile sotto molti aspetti ad Osiride, non è il Dio supremo, ma una Potenza di terzo grado. Esso è un dio lunare e come glifo è identico a Saturno. È il Serpente tentatore del Giardino dello Eden, è colui che invia Satana a tentare Giobbe, che perseguita ed assilla il Faraone, ecc. Si serve spesso dell'inganno e della astuzia per raggiungere i suoi obiettivi; è simile a Narada. Per molti studiosi, la cristallizzazione di concetti metafisici su un Jehovah antropomorfico è inaccettabile, antifilosofico e repulsivo, dal momento che Jehovah è solo una divinità androgina finita, priva di eternità, onniscienza ed onnipotenza. Questo nome compare per la prima volta nel XVI secolo, con riferimento al dio ebraico, e presto diventa una forma molto diffusa nella cultura italiana ed europea. Esso deriva dal tetragramma YHVH, che gli Ebrei non pronunciavano ed al posto del quale usavano il termine "Adonai". Spostando nel tetragramma le vocali di Adonai, con le necessarie modifiche, si ottiene dapprima Yahweh, da cui poi Yehova e quindi Geova.

LEONE

 
(Occ.) - Il re degli animali e della foresta, simbolo della forza e del coraggio, della maestà e del potere, impiegato in varie discipline con vario significato e diversi atteggiamenti. In forma alata è il simbolo dell'evangelista Marco e della Repubblica di Venezia. La sua presenza è frequente anche in araldica, negli Ordini cavallereschi, in Numismatica: Varii popoli africani non osano nominarlo per paura; lo chiamano "fratello" o "signore". Fra di loro l'uccisione del leone viene considerata un assassinio sacrilego, portatore di sventura. Nell'antico Egitto la dea Sekhmet aveva la testa di leone, e statue di leone si trovano davanti al tempio di Delo. Per i cristiani, Gesù è il "leone della tribù di Giuda". Il Leone è il nucleolo del Mondo Divino superiore; le Fiamme Divine, ad esempio, sono dette "Leoni Ardenti" e "Leoni della Vita". Nell'Antico Testamento il leone viene paragonato a Satana perchè entrambi ruggiscono per cercare uomini da divorare. Come simbolo zodiacale è associato alla tribù di Giuda. Nell'antico zodiaco, il leone ha la coda in alto, ripiegata lungo la schiena, terminante con la testa di un serpente; altre volte la coda è ripiegata in basso, parallela al ventre, sempre con una testa di serpente all'estremità. Queste figure vengono lette come allusione ad una inversione della costellazione a seguito dell'inversione dei poli terrestri. Il leone viene talvolta usato come simbolo della Quarta Razza Radice; il Leone solare è l'emblema del ciclo solare, e nelle gemme gnostiche lo si trova come Uomo-Leone. Molto importante il segno del Leone in Astrologia. Appartiene all'elemento Fuoco, è fisso, maschile ed è governato dal Sole. La costellazione che porta questo nome è una delle più vaste : oltre 60 gradi longitudine. I Babilonesi la chiamavano Ur-A (leone) ed anche Ur-Gu-La (leonessa). Gli Egizi la conoscevano come un leone a riposo. A Babilonia era chiamata Lugal (il re), per i Greci era Basiliskos, mentre i Latini la chiamavano Stella Regia. Il suo simbolo grafico assomiglia ad una testa animale crinita, oppure alla coda. Nella mitologia troviamo Ercole alle prese con il leone di Nemea, lo scuoia e ne indossa la pelle. Fra i Filistei, è Sansone a squartare un leone; tornato dopo qualche tempo a visitare la preda sconfitta, scopre la pelle piena di miele di api. Ape, in ebraico, si dice dbure, da cui Debora che significa "parola". Ape-parola che sgorga da un leone : la parola di verità del Cristo. Ma anche Buddha ruggisce quando insegna il Dharma. Nella religione mitraica, Aion (Eone, personificazione di Cronos) era leontocefalo. Per gli Indù, Krishna è un leone, mentre Alì, genero di Maometto, è il Leone di Allah. Un leone figurava nel sigillo di Ras Tafari, il Negus, ed un leone che impugna la scimitarra si trova nell'araldica persiana. Leoni erano attorno al trono di Salomone e leoni sono al fianco del seggio vescovile. E leoni si trovano a fianco delle porte delle città, o delle Chiese. Chi nasce sotto il segno del Leone è forte e coraggioso, è ambizioso e cerca la fama. Usa molto il pronome "Io" ed è, quindi, fortemente egocentrico. Considera gli altri inferiori, non gradisce i consigli, è orgoglioso e vanitoso, In compenso non è meschino, avido, gretto; in ogni caso è sempre grande, è sempre il Re. Basta così, altrimenti si rischia di togliere il mestiere ad altri, certamente più esperti.

INCA

 
(Ame.) - Presso gli antichi Peruviani, il termine significava "re", principe di stirpe reale, e servì anche a designare i sudditi degli incas di un piccolo clan della regione di Cuzco che, a partire dal secolo XIII d.C., si impose progressivamente alle popolazioni limitrofe giungendo a costituire nella regione delle Ande centrali un ampio Impero detto TAHUANTISUYU. Nella persona dei sovrani di questo stato si riuniva la suprema autorità politica e militare, ed anche religiosa, in quanto il sovrano era considerato discendente del Sole, divinità preminente nell'impero incaico. Si trattava di un popolo che aveva raggiunto un elevato livello culturale. I Peruviani sostengono che gli Incas, in numero di sette, hanno ripopolato la terra dopo il diluvio. Ma sette erano anche i Titani, i Cabiri, i Rishi, i Manu, ecc.; l'analogia invita ad una profonda riflessione, ancor più se si considera che le rovine della civiltà degli Incas, presentano molte similitudini con i resti ciclopici dei Pelasgi in Italia ed in Grecia. Il nome dato agli dei creatori nella teogonia Peruviana e, in seguito, ai governatori del paese. All'inizio della Quinta Razza Radice essi appartenevano ad una dinastia di re divini, come quelli dell'Egitto, dell'India e della Caldea.
Vai alla Bibliografia